Troppi preconcetti su Spalletti

Analizziamo i troppi pregiudizi sui risultati e sul carattere di Luciano Spalletti

Vi sono troppi preconcetti su Spalletti, probabile nuovo allenatore del Napoli. Ha un carattere non semplice ma la carriera parla da sé. Ha portato l’Udinese in Champions, risultato assolutamente non banale.

Nella sua prima esperienza a Roma, nel 2005, ereditò una squadra distrutta ,con un post Capello gestito molto male tra l’addio di Prandelli, Voeller e poi Conti in panca. Una Roma arrivata ottava ma con soli tre punti (45) in più rispetto a Bologna e Parma che si giocarono lo spareggio salvezza. A Roma ha portato gioco, in quegli anni i giallorossi erano estremamente spettacolari, belle soddisfazioni in Champions con eliminazioni ai danni di Real battuto al Bernabeu e del Lione, allora pluricampione di Francia.

Due coppe Italia e uno scudetto conteso fino all’ultimo minuto dell’ultima gara all’Inter di Mancini. Con lui per primo Totti ha vestito i panni del centravanti, Perrotta quelli del guastatore. Tralasciando le stagioni vittoriose in Russia, nella seconda esperienza romana ha ereditato di nuovo una Roma a pezzi, da poco eliminata dallo Spezia in Coppa Italia, lontana dai vertici.

L’ha riportata sul podio con un terzo e un secondo posto (contro il Napoli di Sarri e con record di punti giallorosso ) A Milano ha ottenuto due qualificazioni Cl, oltre quell’Inter non poteva andare. Criticato oltremodo per i rapporti con Totti e Icardi, in realtà ha avuto poche colpe. Il Totti over 40 mal sopportava l’idea di un ritiro ormai inevitabile, e tra fiction, libro e documentario Francesco non fa nulla per nasconderlo.

Quanto a Icardi, i rapporti tra centravanti e società erano ormai ingestibili vista la pessima campagna mediatica orchestrata da Wanda Nara. Ha portato l’Empoli in A a inizio carriera. Può stare antipatico, può piacere meno di altri, ma in relazione agli organici avuti ha quasi sempre ottenuto il massimo

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