di Marco Bruttapasta
Non mi ha fatto bene vedere Sarri ricoperto di Squibb domenica sera. Provo a fare il superiore. Provo a dire che non me ne frega niente, ma poi i ricordi sono sempre là, e se non ci sono li inseguo apposta.
Me ne vado sulla Discesa Coroglio a vedere quel che resta dell’ Italsider. Riordino i libri cercando Bukowski e mi spunta un John Fante che mi dice “Chiedi alla polvere”. Io lo chiederei pure a tutti gli acari perché due anni fa non abbiamo vinto? Perché non abbiamo trovato questa Juve, così sconclusionata e fragile da farmi pensare a Maurizio come a un cavallo di Troia?
Ma poi mi dico “scetate d’o suonno Carulina” e mi ricordo pure le frasi dell’ex Comandante sui rigori, troppi contro la Juve, le risate con Orsato e mi do’ del babbasone da solo ad alta voce mentre cammino solitario in via Nardones e quasi provoco un incidente diplomatico.
Come fai a ridere con Orsato? Orsato mi fece andare a Firenze come un cane mazziato, quattro ore in un minivan senza aspettarmi niente dal Franchi.
Io ci credo che persero lo scudetto in albergo, amara verità trasformata in sfottò da juventini e napoletani rancorosi.
L’orologio correva quella domenica. Addentavo carne dalle parti di Fiesole e io in quello stadio vecchio, sgarrupato e fascista non ci volevo entrare mai.
Mi ha preso un poco storto sto scudetto, sto ‘nzerioso.
Vorrei prendere questione con qualche vedova ancelottiana. Sento il Leader troppo calmo dire alla radio che è stata positiva la sua esperienza napoletana, e mi chiedo per essere negativa che avrebbe dovuto combinare? Imbrattare il Cristo Velato, trafugare il Tesoro di San Gennaro?
Sento dire da giornalisti più navigati di me che Ancelotti è un signore e non lo possiamo critiare. Poi però penso che mio nonno non ha mai fatto debiti, mio padre non ha mai tardato una pigione in quarant’anni eppure non li vorrei vedere sulla panchina azzurra.
Vedo troppi calcoli rancorosi su Gattuso. Se si fanno notare i molti punti del ritorno, dagli stessi che furono e sono indulgenti con Carlo da Reggiolo, partono dei ma e dei però sui primi punti persi a dicembre da Rino, senza centrocampisti e con la squadra spaccata.
E allora quasi quasi mi verrebbe da dire fraternamente a Gennaro , a mo’ di Eduardo, se il Napoli non passa a Barcellona “fujitenne”, oppure offri qualche caffè e qualche sorriso in più a chi di dovere.