Pedullà… fatt’allà!
Io giornalista “telecomandato”? Per fortuna molti sanno che il mio lavoro non si piega, non si paga e si difende con la professionalità.
In diretta su Radio Punto Nuovo a “Punto Nuovo Sport Show” oggi mi sono difeso da attacchi anche volgari, dileggianti, infamanti, conditi da notizie false da parte del giornalista di Sportitalia Alfredo Pedullà, che ha fatto un editoriale sul suo blog che si intitola “Gattuso e quelli che” in cui scrive facendo palesemente riferimento a me prima di calcare la mano oggi dandomi del “telecomandato”:
“Gattuso sta facendo un lavoro importante a Napoli. Con tanti saluti ai prevenuti in servizio permanente effettivo, quelli che si sentono professori di Coverciano, citano titoli di film, poesie, documentari o chissà cosa per parlare di calcio. Forse è l’effetto Cavani”.
Nda: il riferimento alla mia vicenda di Cavani all’Hotel Vesuvio a distanza di anni è secondo me una grave caduta di stile, ma ognuno ha lo stile che ha.
Ha aggiunto: “Bisognerebbe capire dove abitano questi professori che avevano addirittura chiesto l’esonero di Gattuso (…). A Gattuso è stato chiesto di ridare dignità al Napoli e lo sta facendo in pieno, ben oltre qualsiasi considerazione tattica di chi si sente professore di Coverciano quando forse non avrebbe voce neanche all’interno del condominio”.
Il signor Pedullà è lo stesso che in questi giorni ha assicurato tutti twittando: “tutto fatto per il rinnovo di Gattuso, ecco i dettagli dell’accordo e quando ci sarà la firma”. Ma oggi dice che c’è “gelo tra De Laurentiis e Gattuso”.
Ma non lo diceva lui che era fatta? Forse ha frequentato il condominio sbagliato. Succede, quando si fanno troppe cose.
Io giornalista “telecomandato”
Però su di me ieri sera ha rincarato la dose: “Rino Gattuso crede di aver fatto un lavoro con grande dignità alla guida del Napoli. Al netto di qualche considerazione mediatica da parte di chi il giorno prima è a Roma e il giorno dopo spara sentenze… telecomandate in tv”.
E cita la mia richiesta di dimissioni di Gattuso e la cacciata invocata da parte di De Laurentiis di Giuntoli e Pompilio.
Non volevo ma devo
Allora ora basta, è il momento di rispondere, il riferimento a me è chiaro ed evidente, dato che sono io che sono andato in tv domenica sera a dire “Gattuso si dimetta” e “De Laurentiis licenzi Giuntoli”. E sono io quello della “bufala Cavani”.
Io e De Laurentiis: storie di scene mai viste
Punto primo, no alle falsità: sabato ero a Napoli, non a Roma. La mattina ero in radio ed i miei amici dell’Internapoli mi hanno visto alla Paratina ad assistere nel pomeriggio all’allenamento di mio figlio. Venerdì ero di ritorno a Napoli.
Forse si riferisce all’8 gennaio, quando ho visto De Laurentiis per la prima volta in vita mia fuori dall’ex San Paolo? Parliamo di sedici giorni fa dopo sedici anni, dicasi sedici!
Visto che gira la favola che Chiariello abbia visto il presidente, vi chiedo: ma devo chiedervi il permesso? E’ semplicemente ridicolo pensare che uno con la mia storia, oltre trent’anni di autonomia assoluta di pensiero, passato tra minacce e presidenti e vice presidenti convinti di farmi fuori (ed io sto qua e loro a casa) si faccia “telecomandare” sol perché ha parlato mezz’ora col Presidente.
Il fallimento di Giuntoli
Attacchi telecomandati a Giuntoli? Altra falsità. I miei attacchi a Giuntoli sono datati da più di un anno, oggi li ho ricordati su twitter postando il video di dicembre 2019: “Voglio la testa di Giuntoli”. Se la memoria non m’inganna era dopo la prima di Gattuso, Napoli-Parma persa in casa, dove dico “voglio la testa di Giuntoli e la chiederò da qui alla fine della stagione”, argomentando come il DS si fosse fatto sfuggire Torreira, Barella e Veretout e non aver imposto la sua personalità in certe scelte né col presidente né con l’allenatore di turno.
E vogliamo parlare di quello che ha fatto Giuntoli in questi anni? Ha portato circa 50 giocatori, per circa 560 milioni di spesa dal 2015! Io non parlo di Rog e Diawara, che erano buoni e non sono esplosi, manco di Ciciretti, Younes, Machach, Lorenzinho, Ounas e soci, tutti carneadi costati non poco, ma quali sono i buoni? Milik? Sfortunato, ma non un top player. Demme e Di Lorenzo, solo discreti giocatori? La promessa Osimhen, che speriamo sia il suo vero lascito? Manolas, una vera delusione? Maksimovic, Pavoletti e Verdi, tutti autentici flop pagati a peso d’oro?
Lui non ha portato gli Hamsik e i Lavezzi, come Marino. Non ha portato i Quagliarella, i Cavani e gli Higuain, presi direttamente dal Presidente. Non ha portato Reina, Albiol e Callejon, voluti da Benitez, ma nemmeno Mertens, Koulibaly, Jorghinho e Ghoulam, portati da Bigon ed il suo scouting. No, lui non ha preso questi calciatori. Il meglio è Zielinski che è ancora un campione inespresso e chissà se lo sarà mai. In compenso ha messo in rosa Malcuit e Llorrente, rivelatisi del tutto inutili, Rrahmani che non gioca mai e costa tanto. Non bastava tenersi Luperto a questo punto, culo a strisce in panchina per culo a strisce? E Lobotka a cosa serve? Ed Elmas che ruolo ha? Serve? Costati tanto, troppo. Come i modesti Petagna e Politano.
Il disastro dell’area tecnica è evidente, che Giuntoli e Pompilio (il suo braccio destro) a Napoli abbiano fallito è nell’ordine dei fatti.
Chiariello: Voglio la testa di Giuntoli
Di Marzio e la targa
Io stimo giornalisticamente Pedullà. Ma non accetto l’uomo rancoroso, livoroso e pure un po’ invidioso. Sarà invidioso di Di Marzio? Se io devo competere con Gianni Brera sto zitto. Lui rispetto a Gianluca Di Marzio, che è un fuoriclasse, ed a cui legge la targa, deve tacere.
Pedullà, sei un buon giornalista, ma stai buono, fai brutte figure attaccando tutto e tutti con livore inconsueto. Ci fai una brutta figura. Capisco che l’invidia generi stress. Forse per questo hai qualche problema di relazioni.
Tu sei stato quello che ha detto che Gattuso rinnovava sicuro. Piuttosto che stare zitto: ne hai dette tante, una più una meno, che sarebbe stato mai? Chi fa mercato è sempre soggetto a margini di errori, avremmo capito.
Il Reuccio dello Stretto
Ed invece te ne esci con l’assurdità di dire che io sono “telecomandato”? Basta, ti ho dedicato anche troppo tempo. Ti rinnovo la stima giornalistica, ti leggevo sulla pagina di B sin dai tempi del Corsport e scrivevi bene. Ma eri troppo reggino. E ci volevi affibbiare, in tempi di grama per noi napoletani, un bel po’ di bidoni transitati per lo Stretto.
Mi sorge un dubbio: per questo difendi Gattuso, per spirito di corregionalità?
Veniamo alle cose serie. Proprio perché ho scambiato 30 minuti di chiacchiere col Presidente poco più di un paio di settimane fa, mi sono fatto una mia idea.
De Laurentiis non vuole esonerare Gattuso
Secondo me De Laurentiis non vuole esonerare Gattuso.
Che De Laurentiis faccia dei sondaggi, è quello che deve fare in questo momento un presidente avveduto.
È chiaro che nel momento in cui la situazione dovesse precipitare, deve farsi trovare pronto.
Ho letto di un casting, di Benitez, Mazzarri (non credo proprio), Spalletti, Allegri. Chissà se avrà chiamato Sarri, non credo ma non escludo che ci pensi.
De Laurentiis deve farsi trovare pronto nel momento in cui dovesse fallire in breve tempo Gattuso, in fin dei conti c’è subito la sfida da dentro o fuori di Coppa Italia con lo Spezia che ha già violato il Maradona e fra poco Juve e Atalanta, le Forche Caudine!
Se nella partita prima di Natale con il Torino a Gattuso l’ha salvato Insigne, di certo sul piano della prestazione De Laurentiis non poteva stare tranquillo dopo aver visto quello sfacelo.
Siamo seri, dopo quello che ha visto un Presidente può mai pensare di rinnovare il contratto? Chiaro che lo abbia congelato.
Se poi adesso le cose non vanno bene e precipitano, De Laurentiis si prepara alla bufera.
Il suo vero intento però prendersi tempo e di andare fino a fine alla stagione con Gattuso. Perciò tifa per lui, oltre che ovviamente perché le cose vadano bene al Napoli.
Sta a Gattuso non solo precipitare subito, ma convincerlo. Se Gattuso batte il Parma, batte lo Spezia e con Juventus e Atalanta fa bella figura, forse resta.
E se finisce bene la stagione, potrebbe anche convincerlo per il futuro (questa la vedo più difficile, ormai credo che il progetto prenda un’altra piega).
Resta che comunque adesso De Laurentiis non ha voglia di mandare via l’allenatore.
Il rapporto tra De Laurentiis e Giuntoli è arrivato al capolinea
Altro discorso per Giuntoli. Leggo che De Laurentiis sia furioso con lui. Per me ha ragione ad essere arrabbiato. Non può buttare i soldi dalla finestra. Se vede che Giuntoli spreca i soldi con Rrhamani, Malcuit, Elmas e Lobotka e poi si perde Veretout, Torreira e Barella, è normale che crolli il rapporto di fiducia.
Non dico che Giuntoli non abbia talento, ho rispetto per la sua storia che viene dai dilettanti, senza doverlo però magnificare per forza come fa il famoso “cerchio magico” di giornalisti amici che lo danno all’Inter o difendono Gattuso a spada tratta. Se davvero ha offerte così buone, le colga a volo. Perché a Napoli vive da separato in casa.
Ma con i due che non si parlano non andiamo bene. De Laurentiis dovrebbe chiamare Giuntoli e risolvere il sodalizio dando per acquisito che si è rotto il rapporto di fiducia. È dall’area tecnica che deve partire la rifondazione.
A De Laurentiis direi, come sommesso consiglio, avessi l’opportunità di riparlargli: “Chiami Giuntoli! Non siete d’accordo? Interrompete il rapporto e si riparta col progetto tecnico senza perdere tempo ”.
Gli insulti a De Laurentiis o da De Laurentiis?
Chiosa finale: l’ultima falsità detta da Pedullà è che io abbia insultato in passato De Laurentiis prima di farmi “telecomandare”.
Vi ricordo che De Laurentiis intimò in pubblico di farmi causa (causa che non c’è mai stata), e parliamo del lontano agosto 2018, dopodiché mi ha manifestato solo recentemente stima – dopo un lungo silenzio reciproco – e apprezzamento per il mio lavoro, in particolare per le mie posizioni sulla vicenda ASL e penalizzazione.
Io nel frattempo in tutto questo tempo – dalle minacce ad oggi – sono andato avanti come nulla fosse, con la schiena dritta come è mio costume, pensando che lavoro e professionalità paghino sempre.
E non per questo ho cambiato giudizio e mai ho insultato De Laurentiis, non ho mai cambiato posizione di una virgola (a testimonianza di ciò ho ricevuto insulti da chi mi diceva che da allora in poi ero diventato nemico del Napoli e parimenti chi diceva che per paura di De Laurentiis ero diventato un lecchino, cioè tutto ed il contrario di tutto).
Anzi, ho sempre pensato che De Laurentiis fosse un ottimo presidente, anche se non siamo d’accordo su alcune scelte (tipo la mancanza di un settore giovanile forte), ma ho sempre sostenuto la sua filosofia aziendale, l’unica a mio avviso possibile, prima e dopo le minacce di De Laurentiis.
Molti per fortuna hanno capito che il mio lavoro non si piega, non si paga e forse ha anche un minimo di professionalità che non guasta. E li ringrazio per questo. Pedullà compreso, che resta un bravo ma bravo giornalista.
Anche se DI Marzio è un’altra cosa! Eheheheh.
Due spettri si aggirano nel mondo del calcio: la partenza dal basso e l’analisi” matematico statistica” di una partita. Entrambi i fenomeni seppur di natura differente, uno meramente tecnico, l’altro meramente giornalistico, hanno in comune tecniche moderne di interpretazione e analisi del “gioco più bello del mondo” . Entrambi gli strumenti se utilizzati male, provocano errori. Partiamo dal primo. “Partire dal basso”. E’ evidente a tutti, anche ai tifosi come me profani di tecniche calcistiche, ma amanti del bello e appassionati ai colori del cuore, che se si parte dal basso, in una logica di gioco armonica, con una “visione” , con meccanismi automatici perfezionati e se questo lo si fa con vigoria atletica e con velocità si ottengono risultati godibili. Se lo si fa a “33 giri” , come dice Chiariello tic…………… ………tac inconcludente, dove i puntini sospensivi sono la plasticità dei tempi impiegati, si ottengono risultati scarsi, gioco poco godibile e “mazzate e mort ” sul campo. Per l’altro aspetto, quello giornalistico che vede tanti giovani cronisti sportivi sciorinare al millesimo tutti gli aspetti numerici di una partita, il discorso è più complesso. Mi esprimo con un esempio. Genova Napoli 2-1. Ho sentito dire in tv, da molti giovani cronisti che il napoli avrebbe giocato una buona partita. Ora se io affronto la critica della partita con il “pensiero calcolante”, ebbene il napoli ha fatto 35 tiri in porta, 254 passaggi ect ect ect……….. , annoioi l’ascoltatore e dico che il napoli ha giocato una buona partita, è stato sfortunato e ha subito un ingiustizia, il rigore mancato.( che comunque non avrebbe cambiato nulla!!!). Se invece io analizzo la partita con il “pensiero pensante” giungo ad un altra conclusione: il Napoli ha fatto una fase difensiva pessima, dopo di ciò ha smarrito una” via” che già era uno stretto sentiero polveroso, ha fatto una partita da “facimm a muina”, e ha perso l’ennesima occasione di rilancio.Fatto questo che poi riflettendo mi fa facilmente risalire alle…… colpe di un allenatore scarso. Concludo. Ad entrambi, giornalisti e tecnici bisognerebbe ricordare che “est modus in rebus”. Comunque il cervello umano differisce da un computer perchè è fatto di materiale differente e mentre il primo capisce e produce le emozioni, il secondo no. Il calcio e bellezza, armonia, fantasia, “maradonia”, cioè emozioni paragonabili a qualsiasi spettacolo d’arte, se io lo voglio “razionalizzare” all’eccesso, corro il rischio di prendere abbagli. Modernisti, calcolanti , “cool”, come si dice oggi, ma abbagli