Neanche il tempo di mandare in archivio i principali campionati statali (terminati lo scorso fine settimana e che hanno sancito le vittorie del Fluminense nel Carioca, del Palmeiras nel Paulista, dell’Atletico Mineiro nel campionato del Minas Gerais, del Gremio in quello Gaúcho, dell’Athletico Paranaense nel torneo del Paranà, del Fortaleza in quello del Cearà, dell’Atletico Goianense nel campionato Goiano, del Bahia nel torneo Baiano e del Cuiabà in quello del Mato Grosso) che in Brasile questa sera, alle ore 21:00 ora italiana, è già in programma l’inizio del nuovo campionato nazionale, ossia quello che in Patria sono soliti definire “O melhor campeonato do mundo”, riconoscimento che, ormai già da due anni, proviene anche dalla Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (l’IFFHS), che sia nel 2021 che nel 2022 ha proclamato O Brasileirão quale migliore torneo nazionale di calcio al mondo ( https://www.iffhs.com/posts/2483?fbclid=IwAR2ZQ4txyhwM6zcUsxSLZGA0yoZVcsQ14dHGTMXUxMw4DkVnDUDlrjLIkGM ).
Quella che si accinge a partire nel fine settimana sarà, in totale, l’edizione numero 67 della massima competizione calcistica brasiliana, nonché quella numero 53 a far data dal 1971, ossia da quando fu istituito O Brasileirão: non tutti sanno, infatti, che in Brasile all’inizio non esisteva un campionato nazionale vero e proprio ma ogni singolo Stato federale aveva la propria federazione calcistica ed era solito organizzare il proprio torneo (più o meno come accade in Europa col Regno Unito, che non ha una propria federazione calcistica e un suo campionato nazionale bensì ogni “regione” organizza il proprio torneo). La “svolta” avvenne nel 1959, quando fu istituita la Copa Libertadores: al fine di stabilire di anno in anno le squadre brasiliane che avrebbero preso parte alla massima competizione continentale, non potendo, a differenza del Regno Unito, partecipare alla stessa con tutte le squadre campioni dei rispettivi campionati statali (nel Regno Unito le regioni sono soltanto quattro, in Brasile si contano ben ventisei Stati federali più il Distretto della capitale…), fu organizzata la Taça Brasil, ossia una competizione cui partecipavano le squadre che avevano vinto i vari campionati statali. In pratica una sorta di “Coppa dei Campioni” tutta brasiliana, la cui squadra trionfatrice avrebbe rappresentato il Brasile in Libertadores. Successivamente la Taça Brasil fu dapprima affiancata e poi rimpiazzata dal Torneo Roberto Gomes Pedrosa (competizione interstatale che, a differenza della Taça Brasil, vedeva la partecipazione di più squadre provenienti dallo stesso Stato), finché nel 1971 si decise di dare vita ad un vero e proprio campionato nazionale del Brasile (O Brasileirão). Va precisato, tuttavia, che inizialmente la Taça Brasil e il Torneo Roberto Gomes Pedrosa non assegnavano il titolo di “campione nazionale” ma, come detto in precedenza, servivano soltanto a determinare le squadre brasiliane che l’anno seguente avrebbero preso parte alla Copa Libertadores; successivamente, nel dicembre del 2010, la Confederação Brasileira de Futebol ha deciso di unificare gli albi d’oro dei vari tornei (seppur distinguendoli col loro nome originale nelle statistiche) ed è quindi soltanto a partire da quella data che le squadre vincitrici della Taça Brasil e del Torneo Roberto Gomes Pedrosa vengono considerati, ufficialmente, “campioni di Brasile”, essendo stati equiparati i titoli delle due suddette competizioni a quello del Brasileirão. Come visto, dunque, il primo campionato nazionale del Brasile propriamente detto si è tenuto soltanto a partire dal 1971, mentre dal 1959 al 1970 si sono svolte la Taça Brasil e il Torneo Roberto Gomes Pedrosa (e fino al 1958 esistevano soltanto i campionati statali…).
L’edizione 2023 del campionato brasiliano si presenta come una delle più “competitive” di sempre, in quanto ben quindici delle venti squadre partecipanti hanno vinto almeno una volta nella loro storia un titolo nazionale: trattasi del Palmeiras, campione in carica nonché la squadra più titolata del Brasile con ben undici titoli (di cui due Taça Brasil, due Torneo Roberto Gomes Pedrosa e sette Brasileirão), il Santos con otto (cinque Taça Brasil, un Torneo Roberto Gomes Pedrosa e due Brasileirão), Flamengo e Corinthians con sette titoli a testa (tutti vinti dal 1980 in poi e, pertanto, tutti Brasileirão), San Paolo con sei, Cruzeiro (una Taça Brasil e tre Brasileirão), Fluminense (un Torneo Roberto Gomes Pedrosa e tre Brasileirão) e Vasco da Gama con quattro vittorie cadauno, Internacional con tre, Bahia (una Taça Brasil e un Brasileirão), Botafogo (un Torneo Roberto Gomes Pedrosa e un Brasileirão), Gremio e Atletico Mineiro con due affermazioni a testa, Coritiba e Athletico Paranaense con una.
Tra le squadre titolate mancano all’appello soltanto Guarani e Sport Recife (che attualmente militano in Serie B…), mentre tra le venti squadre presenti ai nastri di partenza dell’edizione 2023 soltanto in cinque non hanno mai vinto nessun titolo: America Mineiro, Cuiabà, Fortaleza, Goias e Red-Bull Bragantino).
Inizia dunque la caccia ai campioni uscenti del Palmeiras, guidati dal tecnico portoghese Abel Ferreira (allenatore che annovera già ben otto titoli in bacheca da quando, nel novembre 2020, ha iniziato la sua avventura alla guida dei paulisti, avendo conquistato, in questo lasso di tempo, due volte il Campeonato Paulista, una volta il campionato brasiliano, due volte la Copa Libertadores, una Copa do Brasil, una Recopa Sudamerica e una Supercopa do Brasil). Tra le tante pretendenti al titolo troviamo il solito Flamengo (anche se quest’anno ha vissuto una prima parte di “temporada” veramente da incubo, nella quale non solo ha già visto sfumare i primi cinque obiettivi stagionali, ossia la Supercopa do Brasil a gennaio, il Mondiale per Club a febbraio, la Recopa Sudamericana e la Taça Guanabara a marzo e il Campeonato Carioca la scorsa domenica, ma ha perso anche nelle gare d’esordio sia in Copa Libertadores che in Copa do Brasil, rispettivamente contro gli equadoregni dell’Aucas e contro il Maringà, squadra che attualmente milita nel campionato di Serie D, per un totale di ben otto sconfitte in ventuno incontri stagionali fin qui disputati, risultati che hanno portato all’inevitabile cambio di guida tecnica con il portoghese Vitor Pereira sostituito proprio nelle ultime ore dall’argentino Jorge Sampaoli, già allenatore di Siviglia, Olympique Marsiglia, Atletico Mineiro, Santos e Universidad de Chile, nonché della Nazionale argentina e di quella cilena), l’Atletico Mineiro di Hulk e dell’ex Napoletano Edu Vargas, il Fluminense del tecnico Fernando Diniz e degli “esperti” Marcelo (tornato quest’anno ai tricolor di Rio dopo ben sedici anni…), Felipe Melo, Germano Cano (capocannoniere dello scorso campionato) e Ganso e il Gremio (promosso quest’anno in Serie A dopo un solo anno di cadetteria) dell’ex Ajax, Liverpool, Barcellona e Atletico Madrid, Luis Suarez e sulla cui panchina è tornato, per la quarta volta, l’ex Roma e Flamengo Renato Gaúcho Portaluppi, mentre possibili outsider potrebbero essere l’Internacional (che non vince il campionato dall’ormai lontano 1979 ma che si è classificato due volte secondo negli ultimi tre anni), il Cruzerio del Presidente Ronaldo Luis Nazario de Lima (anch’esso neopromosso in massima serie, al pari di Vasco da Gama e Bahia) che annovera in porta l’ex Napoletano Rafael Cabral, il San Paolo del tecnico Rogerio Ceni, il Corinthians, il Red-Bull Bragantino e l’Athletico Paranaense, finalista lo scorso anno in Copa Libertadores e che negli ultimi cinque anni ha conquistato due volte la Copa Sudamericana e una volta la Copa do Brasil (più un’altra persa soltanto in finale).
Insomma un torneo che, come sempre, si presenta avvincente e imprevedibile.
Giuseppe Santoro