L’harakiri del Napoli di Gattuso nella partita finale contro il Verona ha lasciato tutti di stucco. La partita di ieri può essere considerata la peggiore nel campionato degli azzurri. Certo, contestualizzando il fatto che non c’erano assenti tantomeno la squadra era reduce da una gara di Europa League.
Dopo il girone di ritorno degli azzurri e, vista la forma palesata nelle ultime gare, in pochi si aspettavano una mancata vittoria contro il Verona. Il sottoscritto era convintissimo che gli Scaligeri avrebbero dato il massimo e non avrebbero regalato nulla. Mai si sarebbe aspettato, tuttavia, che il Napoli si consegnasse all’avversario.
Già la formazione iniziale ha lasciato perplessi. Bakayoko e Lozano non sono calciatori da gestione del pallone. L’ivoriano è un mediano fisico, il messicano è un cavallo da servire in velocità e far concludere. Al contrario, Demme è un centrocampista che contribuisce alla pulizia delle transizioni. Politano è un esterno più da fraseggio.
La gara di ieri fa rimangiare tutte le belle parole espresse nei confronti di Gattuso negli ultimi mesi. E, naturalmente, tutte le giustificazioni servite al tecnico quando la squadra era falcidiata da infortuni e calciatori con il covid. Un condottiero saggio conferisce la massima attenzione all’approccio. Già dai primi minuti, gli ospiti hanno palleggiato in faccia al Napoli. Gli azzurri sono apparsi sorpresi dalla verve degli uomini di Juric. Hanno dormito sonni troppo tranquilli dopo aver osservato lo score dei veronesi negli ultimi mesi.
Napoli che si è inoltre crogiolato sugli allori. Le responsabilità dei calciatori sono oggettive ed evidenti. Ciò non esenta certamente la gestione del tecnico nella gara decisiva della stagione. Il Napoli si è fatto sopraffare sul piano del gioco da un avversario indubbiamente modesto. Si può sbagliare un approccio, ma il Napoli ha perseverato per tutta la gara. Il primo tempo si è avviato sonnecchiante verso uno scialbo 0-0. C’è stata solo l’occasione di Insigne.
Il Capitano ieri è mancato, ma sarebbe disonesto affermare che manca nei momenti decisivi. Lorenzinho ha sfiorato quota 20 gol in campionato. Se il Napoli ha lottato per la Champions fino all’ultimo, e ieri era con un piede e mezzo nella massima competizione europea per club, lo deve essenzialmente a lui. Ieri sono mancati un po’ tutti. Le scadenti prestazioni individuali non assolvono comunque preparazione e gestione della partita da parte del tecnico.
Gattuso è stato poco attento all’evolversi del match. Nel primo tempo il Napoli non è riuscito a modificare la propria manovra. In altre partite abbiamo sottolineato la bontà delle alternative di gioco, con schemi variegati ed efficaci. Vista la giornata no dei calciatori principali questa manovra si è totalmente arenata.
Il gol di Rrahmani è stato del tutto casuale. Le azioni a cui ci ha abituato il Napoli degli ultimi mesi sono state praticamente nulle. Sul gol del Verona vogliamo anche abbuonare colpe al tecnico e addossare la responsabilità alla difesa. Possiamo affermare che Hysaj ha sbagliato posizionamento, tempi e, soprattutto, non ha avuto l’intelligenza di spendere un fallo a 35 metri dalla porta. E, viste le prestazioni di Mario Rui, nonché quelle decorose dell’albanese nel girone di ritorno, possiamo anche essere d’accordo con la scelta del tecnico di schierare Hysaj a sinistra.
Ciò che è inammissibile, invece, è la gestione successiva al gol subito. Perché inserire cinque calciatori offensivi? Perché non mettere finalmente Demme? Il tedesco avrebbe garantito pulizia nelle transizioni. Non è stato scelto, erroneamente, all’inizio, ma perché perseverare? Dopo il gol, in 25 minuti e oltre, c’è stata quell’azione di Politano con tiro fuori, la botta di Bakayoko in mischia e il colpo di testa di Petagna terminato sul fondo. Ben poco.
E il fatto che il Napoli aveva segnato tantissimi gol con azioni manovrate negli ultimi mesi non è naturalmente un attenuante per l’ultima gara. Chi scrive ha elogiato Gattuso per come ha risistemato il Napoli dopo i periodi buoi. Gli ha riconosciuto, ovviamente, la forza d’urto offensiva costruita negli ultimi mesi. Ma il fatto che Osimhen sia stato annullato da un carneade come Gunter non è certo solo colpa del nigeriano o dei compagni.
Gattuso ha disfatto in una gara quanto di buono ha creato in tanti mesi. La differenza con Penelope è che la moglie di Ulisse disfaceva la tela artatamente, deludendo gli Achei che attendevano ardentemente che completasse il lavoro in modo da farla addivenire a nuove nozze. Gattuso ieri ha invece sbagliato formazione iniziale, cambi e gestione mentale.